Rosa Di Flauti
9 assoli acustici per strumenti a fiato dal mondo
composizioni ed esecuzione: Mario Crispi
Mario Crispi, compositore, fiatista polistrumentista e fondatore degli Agricantus, svolge da anni un’intensa attività da solista, sia con performances nelle quali collega i suoi strumenti arcaici a fiato a computers e microprocessori sia con esibizioni in “acustico”.
Il progetto “Rosa di flauti”, nato dalla sua pluridecennale ricerca artistica e musicale sugli strumenti a fiato provenienti dai cinque continenti, vede l’esecuzione di un concerto in acustico composto da nove assoli per nove strumenti a fiato differenti, provenienti da varie parte del mondo. Il desiderio dell’autore è quello di far percepire all’ascoltatore i timbri naturali degli strumenti, cercando di rappresentare la diversità culturale sottoforma di campionario sonoro ed emozionale.
Prendendo a prestito la “rosa dei venti” della bussola marinara, il concetto simbolo dell’esploratore, l’autore dipana, un itinerario circolare che partendo da Nord va toccando idealmente i vari punti cardinali utilizzando le sonoritá di strumenti a fiato provenienti da quelle aree. Facendosi ispirare dalle strutture e dalle forme musicali delle tradizioni in cui nascono e si sviluppano questi strumenti, i brani ideati ed eseguiti, oltre alla esposizione timbrica di ciascun strumento, ed all’interpretazione epidermica ed istintiva di ciascuna composizione, divengono appunti di viaggio e fotografie sonore immaginari di un viaggiatore solitario.
Mario Crispi ha concepito l’esecuzione di “Rosa di flauti” in chiave rigorosamente acustica, per fornire un spunto di riflessione sul concetto di basso effetto “entropico”, tipico delle culture arcaiche e delle loro musiche, dove gli strumenti musicali ricavati da materiali naturali o riciclati, da un basso uso di tecnologia elettrica ed elettronica nonché dall’offerta di un’ecologia di percezione acustica tipica della musica non amplificata, cosente di fruire luoghi e tempi secondo rituali ormai dimenticati poichè sommersi dal frastuono moderno.
Ecco allora una performance basata sull’acustica degli spazi e sui timbri degli strumenti a fiato arcaici ed etnici, con l’intento di costruire paesaggi musicali e atmosfere cangianti.
Repertorio
Tubi (2004)
per whirlies longitudinali (tubi armonici a rotazione)
Arenaria (2002)
per caval rumeno (flauto a becco invertito gutturale)
Andatura (2002)
per duduk armeno e shruti box indiano (oboe popolare ad ancia doppia e harmonium a bordone fisso)
Solitude (2000)
per nay persiano (flauto ad imboccatura libera interdentale)
Zammar (2000)
per arghoul egiziano (clarinetto popolare bicalamo)
Echoes (2004)
per didjeridoo australiano (risuonatore armonico della bocca e modificatore della voce)
Soffiando (2004)
per sikus boliviano e chimes bells (flauto di pan e sonaglio di campane)
Limes (1995)
per launeddas sarde (triplo clarinetto popolare)
Armonici (2004)
per selijefløyte lappone e whirlies flessibili (flauti a tacca e a rotazione armonici