ROSA DI FLAUTI
Concerto per strumenti a fiato arcaici
Un concerto acustico di
MARIO CRISPI
Auditorium di
Palazzo Branciforte Palermo
Via Bara all’Olivella, 8
domenica
22 febbraio 2015
ore 12,00
rassegna
ACUSTICO BRANCIFORTE
ingresso unico € 5,00
organizzato da
CURVAMINORE
“ROSA DI FLAUTI” nasce dalla ricerca artistica e musicale di MARIO CRISPI da lui svolta da tanti anni sugli strumenti a fiato provenienti dai cinque continenti, raccolti durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo.
A differenza di altri progetti di Crispi (Soffi, Arenaria, Agricantus), in cui le sonorità dei suoi strumenti sono miscelate all’interno di un sistema elettroacustico a vari gradi di elaborazione, in ROSA DI FLAUTI egli persegue l’idea di un concerto interamente acustico composto da vari assoli di strumenti a fiato arcaici provenienti da varie culture del mondo.
In questo concerto l’autore intende far percepire all’ascoltatore vari elementi che si inseguono. compenetrano e mescolano a vicenda senza prevalere l’uno sull’altro.
I timbri naturali degli strumenti suonati rappresentano, ad esempio, una “biodiversità acustica” suggerita, non sottoforma di un riduttivo campionario sonoro, ma soprattutto di una investigazione emozionale e narrativa.
Prendendo a prestito il concetto simbolo dell’esploratore, ovvero la “rosa dei venti”, il repertorio viene infatti dipanato percorrendo un itinerario circolare che partendo idealmente da Nord tocchi simbolicamente i vari punti cardinali (utilizzando le sonoritá degli strumenti a fiato provenienti da quelle direzioni) per ricongiungersi alla fine nuovamente a Nord, comeil movimento delle lancette di un orologio in un’ora.
La chiave rigorosamente acustica, fornisce inoltre un spunto di riflessione sul concetto di bassa “entropia”, ovvero il basso impatto energetico complessivo generato da questo tipo di strumenti (ricavati da materiali naturali o riciclati), sistematicamente sommersi dal frastuono della vita meccanica moderna, dall’oblio culturale, da una globalizzazione fraintesa nonchè da un’esaltazione, a volte distruttiva, delle moderne tecnologie, concepite troppo spesso come fine e non come mezzo.
Il risultato musicale di tutti questi concetti é, infine, l’espressione a tratti onirica, a tratti epidermica ed istintiva, ma rigorosamente evocativa, che scaturisce dalle composizioni scelte da Mario Crispi (quasi tutte scritte di sua mano) che, reinterpretando e mescolando strutture e forme musicali proprie delle tradizioni di questi strumenti e di tante altre culture musicali con lui è venuto in contatto nelle sue investigazioni, divengono appunti di viaggio immaginari, fotografie sonore inventate ma possibili scattate da un musicista solitario ed errante.